“Solo i pazzi vanno dallo psicologo?” “Assolutamente No!”.
Ogni essere umano ha, di per sé, adeguati strumenti per affrontare numerose difficoltà nel corso della propria vita. A volte, però, questi strumenti non sembrano essere adeguati e sufficienti.
Superati i soliti pregiudizi inizierei con il dirti che la scelta di andare da uno psicologo non è sinonimo di sconfitta.
Significa, invece, avere il coraggio e darsi la possibilità di mettersi in gioco, al fine di comprendere le proprie paure e le proprie difficoltà.
Tutto sommato, possiamo definirlo come un viaggio alla scoperta di nuovi modi per stare bene, migliorando la fiducia in sé stessi e le relazioni interpersonali.
A tutti gli effetti, è una scelta di salute e benessere che, attraverso una sorta di danza e di cooperazione, permette di:
- conoscere meglio il proprio potenziale e le proprie capacità
- individuare e selezionare le proprie risorse più adeguate e affrontare le difficoltà
Un percorso psicologico può essere un laboratorio in cui scoprire o costruire nuovi modi per affrontare le insormontabili paure o la pressante ansia che invadono nei nostri pensieri.
Lo Psicologo è colui che ha conseguito una laurea in psicologia, ha effettuato un tirocinio di un anno per poter sostenere l’Esame di Stato e iscriversi quindi all’Albo degli Psicologi.
Può occuparsi di molteplici settori (clinica, scuola, sport, lavoro, comunità, ambito giuridico ecc).
Lo psicologo che esercita una professione con finalità sanitarie si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre alle attività di ricerca e didattica nell’ambito della psicologia.
Lo psicologo effettua colloqui di sostegno e può effettuare valutazioni tramite la somministrazione di appositi test.
Lo Psichiatra ha, invece, conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e successivamente ha conseguito la specializzazione in Psichiatria.
È l’unica figura professionale che può prescrivere farmaci.
Nella cura e nel trattamento dei disturbi mentali Psicologo e Psichiatra spesso lavorano congiuntamente.
Ad esempio, l’intervento dello psichiatra è utile quando un disturbo psichico condiziona negativamente il funzionamento della persona.
Non solo per alleviare il grado di sofferenza, ma anche per ristabilire e facilitare le condizioni adeguate a un lavoro interiore e di riflessione.
Lo Psicoterapeuta può essere sia uno Psicologo che uno Psichiatra. Nel primo caso lo Psicologo deve aver conseguito la Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta dallo Stato della durata di almeno 4 anni ed essere iscritto all’Albo professionale. Lo Psicoterapeuta è lo specialista che attraverso strumenti clinici (diagnosi, eziologia, pianificazione del trattamento, setting) e attraverso la relazione umana (empatia, ascolto, fiducia, alleanza terapeutica), è in grado di accompagnare la persona in un processo di cambiamento, volto al raggiungimento di un migliore stato di equilibrio.
Ogni seduta, in media, ha una durata di circa un’ora.
La frequenza si concorda e si valuta in relazione sia alla problematica, sia alla disponibilità del cliente e dello psicologo.
Quando mi dicono “voglio cavarmela con le mie forze. Non voglio dipendere per sempre da qualcuno”, mi viene in mente un famoso spot pubblicitario che recita il noto slogan “Ci sono molti modi per dire ti amo. Ma nessuno dura a lungo come un diamante di qualità. Un diamante è per sempre”.
Ironia a parte.
Purtroppo l’idea che un percorso psicologico preveda o generi inevitabilmente una sorta di dipendenza e mancanza di autonomia da parte della persona, uno dei più comuni preconcetti legati alla figura di tale professione.
Esistono, al giorno d’oggi, svariati orientamenti, tecniche, e interventi.
Non si possono spiegare tutte in due righe, ma tutti con l’obiettivo comune di sollecitare benessere e autonomia.
In breve, ogni situazione è unica, diversa dalle altre, ogni caso richiede un intervento “tailor made”, cucito su misura.
Ok, questa non è una vera e propria domanda, ma è comunque una delle affermazioni che si sentono diverse volte.
Se non è l’amico, sarà il parroco o il proprio medico di famiglia o, perché no, il proprio parrucchiere (con tutto l’assoluto rispetto per tali ruoli. Ovviamente).
Lo psicologo è un professionista adeguatamente formato, la cui preparazione permette di avere gli strumenti adatti.
Inoltre, definire un percorso psicologico come “solo chiacchiere” è più che riduttivo. L’intervento, infatti, oltre che essere un vero e proprio investimento per il proprio benessere, consiste proprio ne cercare di strutturare e individuare strumenti e risorse utili al proprio equilibrio (psicologico, emotivo, relazionale…).
Per questo è fondamentale rivolgersi ad un professionista adeguatamente formato.
Sì!
Ricordiamo che lo Psicologo è un professionista sanitario.
Pertanto, le spese sostenute per gli interventi in tale ambito, rientrando nelle spese mediche, sono detraibili al 19% (al netto della franchigia di 129,11 euro) anche se sostenute per familiari fiscalmente a carico.
Quindi, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese sostenute dallo psicologo rientrano in quelle sanitarie, e quindi portante in detrazione, anche senza l’obbligo di una prescrizione del medico.
Attenzione!!!
C’è un però.
Per poter godere della detrazione bisogna: (1) avere la fattura dello psicologo (con apportati i dati del cliente e dello specialista) e (2) aver effettuato il pagamento attraverso strumenti tracciabili (ad es: bonifico, bancomat,…).
La rivoluzione digitale ha perfezionato l’utilizzo e la versatilità della telemedicina. L’accesso ai servizi, quindi, si velocizza e semplifica. Così, il percorso psicologico assume nuove forme. Il servizio online, in questo caso, è stato oggetto di numerose ricerche e studi internazionali utili al fine di definire utili linee guida (alcune realtà tra tante: CNOP, APA, IPA).
Una modalità da remoto (online o telefonica) si può rivelare un ottima alternativa qualora l’incontro in studio (o al domicilio in specifiche situazioni) è impossibilitato o reso difficile da impedimenti ambientali o personali. Ad esempio: mobilità limitata, restrizioni temporali, o paura di essere stigmatizzati (in quanto fruitore); o chi percepisce una maggiore serenità attraverso questa modalità.
Inoltre, da questa modalità, potrebbero trarre benefici anche quegli adolescenti che non solo presentano difficoltà relazionali ma che, motivati, cercano di adattarsi tra i vari impegni (ad esempio scuola, sport, amicizie e tempo libero).

“Solo i pazzi vanno dallo psicologo?” “Assolutamente No!”.
Ogni essere umano ha, di per sé, adeguati strumenti per affrontare numerose difficoltà nel corso della propria vita. A volte, però, questi strumenti non sembrano essere adeguati e sufficienti.
Superati i soliti pregiudizi inizierei con il dirti che la scelta di andare da uno psicologo non è sinonimo di sconfitta.
Significa, invece, avere il coraggio e darsi la possibilità di mettersi in gioco, al fine di comprendere le proprie paure e le proprie difficoltà. Tutto sommato, possiamo definirlo come un viaggio alla scoperta di nuovi modi per stare bene, migliorando la fiducia in sé stessi e le relazioni interpersonali.
A tutti gli effetti, è una scelta di salute e benessere che, attraverso una sorta di danza e di cooperazione, permette di conoscere meglio il proprio potenziale e le proprie capacità per poi poter individuare e selezionare le proprie risorse più adeguate e affrontare le difficoltà.
Un percorso psicologico può essere un laboratorio in cui scoprire o costruire nuovi modi per affrontare le insormontabili paure o la pressante ansia che invadono nei nostri pensieri.
Lo Psicologo è colui che ha conseguito una laurea in psicologia, ha effettuato un tirocinio di un anno per poter sostenere l’Esame di Stato e iscriversi quindi all’Albo degli Psicologi.
Può occuparsi di molteplici settori (clinica, scuola, sport, lavoro, comunità, ambito giuridico ecc). Lo psicologo che esercita una professione con finalità sanitarie si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre alle attività di ricerca e didattica nell’ambito della psicologia; lo psicologo effettua colloqui di sostegno e può effettuare valutazioni tramite la somministrazione di appositi test.
Lo Psichiatra ha, invece, conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e successivamente ha conseguito la specializzazione in Psichiatria. Tale figura professionale è l’unica che può prescrivere farmaci.
Nella cura e nel trattamento dei disturbi mentali Psicologo e Psichiatra spesso lavorano congiuntamente.
Ad esempio, l’intervento dello psichiatra è utile quando un disturbo psichico condiziona negativamente il funzionamento della persona, non solo per alleviare il grado di sofferenza, ma anche per ristabilire e facilitare le condizioni adeguate a un lavoro interiore e di riflessione.
Oppure, un discorso inverso, si incontra in presenza di un disagio psichico soggettivo con una
sintomatologia non invalidante, in cui, insieme allo psicologo si considera la possibilità di una consulenza medico-psichiatrica.
Lo Psicoterapeuta può essere sia uno Psicologo che uno Psichiatra. Nel primo caso lo Psicologo deve aver conseguito la Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta dallo Stato della durata di almeno 4 anni ed essere iscritto all’Albo professionale. Lo Psicoterapeuta è lo specialista che attraverso strumenti clinici (diagnosi, eziologia, pianificazione del trattamento, setting) e attraverso la relazione umana (empatia, ascolto, fiducia, alleanza terapeutica), è in grado di accompagnare la persona in un processo di cambiamento, volto al raggiungimento di un migliore stato di equilibrio.
Il Counsellor, è figura professionale attualmente non regolamentata in Italia: lo Stato non indica cioè i requisiti minimi necessari per esercitarla. Non esiste alcuna normativa di riferimento, nessun percorso formativo obbligatorio, né tanto meno l’obbligo per il professionista di iscrizione ad un albo professionale.
In tale quadro normativo “chiunque può definirsi counselor o asserire di esercitare il counseling”.
Per il suo specifico settore di intervento il counselor non va confuso con altre figure professionali, quali lo psicologo, lo psicoterapeuta, etc.
Infatti, l’attività di counseling non prevede l’utilizzo di tecniche e metodologie di intervento proprie delle figure professionali citate, come: la somministrazione o prescrizione di farmaci, l’utilizzo di test psicodiagnostici e quelle attività che nel dettaglio sono proprie della figura dello psicologo o dello psicoterapeuta.
I Counselor si occupano di persone sostanzialmente sane che hanno bisogno di un sostegno senza la
necessità di una cura psicoterapeutica (Consulenza e/o Supporto Psicologico o Psicoterapia) o farmacologica, che richiedono, invece, competenze e specializzazioni diverse.
Ogni seduta, in media, ha una durata di circa un’ora. La frequenza si concorda e si valuta in relazione sia alla problematica, sia alla disponibilità del cliente e dello psicologo.
Quando mi dicono “voglio cavarmela con le mie forze. Non voglio dipendere per sempre da qualcuno”, mi viene in mente un famoso spot pubblicitario che recita il noto slogan “Ci sono molti modi per dire ti amo. Ma nessuno dura a lungo come un diamante di qualità. Un diamante è per sempre”.
Ironia a parte.
Purtroppo l’idea che un percorso psicologico preveda o generi inevitabilmente una sorta di dipendenza e mancanza di autonomia da parte della persona, uno dei più comuni preconcetti legati alla figura di tale professione.
Esistono, al giorno d’oggi, svariati orientamenti, tecniche, e interventi. Non si possono spiegare tutte in due righe, ma tutti con l’obiettivo comune di sollecitare benessere e autonomia.
In breve, ogni situazione è unica, diversa dalle altre, ogni caso richiede un intervento “tailor made”, cucito su misura.
Ok, questa non è una vera e propria domanda, ma è comunque una delle affermazioni che si sentono
diverse volte. Se non è l’amico, sarà il parroco o il proprio medico di famiglia o, perché no, il proprio parrucchiere (con tutto l’assoluto rispetto per tali ruoli. Ovviamente).