
Il benessere di coppia è come un gioco di squadra, con le sue regole e i suoi tempi. Ma cosa fa funzionare una coppia che si cimenta in questo gioco?
Rispondo con una domanda: avete presente quei rompicapo in legno in cui dovete incastrare i diversi pezzi e creare la forma iniziale?
Ora, immaginate che a far “funzionare la coppia” siamo proprio noi che cerchiamo di incastrare i pezzi.
Ok, vedo di argomentare meglio l’idea.
Nell’articolo precedente abbiamo provato a schivare qualche falso mito sulla coppia, osservando come alla base del rapporto sia fondamentale sentirsi ben incastrati con il partner.
Avete presente gli ingranaggi di un orologio? Ecco, ognuno di questi, con una sua forma e una sua dimensione, è mosso da altri ingranaggi e tutti insieme funzionano come un’orchestra. Provate ad immaginare cosa sarebbe la Primavera di Vivaldi senza qualche strumento ad arco qua e là.
Adesso l’idea del rompicapo in legno è più chiara nella nostra mente?
Abbiamo visto l’importanza di sentirsi accettati e accolti, coinvolti e sincronizzati. In parole povere: sentirsi sé stessi nella propria unicità relazionale e individuale.
E fin qui ci siamo.
Come facciamo ad incastrare due pezzi tra tanti?
Non è raro, nel corso della nostra relazione, chiedersi cosa la faccia funzionare.
Se la vostra risposta è la fortuna, il caso o qualche entità sovrannaturale, tutto sommato potete anche non avere tutti i torti.
Ma andiamo per gradi.
Sicuramente la felicità di coppia non è un obiettivo che si può ottenere con l’imposizione di metodi universalmente preordinati o qualche pozione magica.
In breve, come per i falsi miti, non c’è una lista di cose che una coppia deve o non deve fare a prescindere. Sicuramente c’è, però, un contratto implicito, tacito, che prevede uno scambio.
Ogni tanto incontriamo partner con notevoli divergenze caratteriali, di valori e di interessi, eppure, nel loro essere così diversi trasmettono ampia soddisfazione, equilibrio e benessere.
Quale sarà mai il loro segreto?
Bene.
Tutti i partner discutono, tutti hanno bisogno di intimità e tutti hanno specifiche richieste da porre all’altro.
Ma allora cosa cambia tra le coppie saldamente felici e quelle coinvolte dall’uragano?
Le prime, che per quanto siano rare non esistono esclusivamente nelle fiabe, comprendono la presenza di stima e affetto tra partner, un’apertura al compromesso e un interesse reciproco. La lite, in questo caso, assume un valore di crescita e conoscenza di sé e del partner. In breve la discussione è accettata, condivisa e riconosciuta come “zona di scambio e incontro”.
In questo caso il legame emotivo tra i due è ben strutturato, radicato e, quindi, difficile da sgretolare.
Ma vediamo di osservare meglio qualche piccola sfumatura.
1:Amicizia
Cercando di entrare nel retroscena di questa fantomatica relazione, notiamo una cosa che tanto assurda non è: le coppie felici si basano sull’amicizia (faccia sbigottita e nota di stupore).
Mi riferisco al sentirsi apprezzati e riconosciuti nella nostra intimità, gratificati della reciproca compagnia e del reciproco rispetto, soddisfatti e piacevolmente appagati nonostante le imperfezioni.
L’amicizia, anche in questo caso, ha una duplice funzione: da una parte alimenta l’affetto e l’interesse reciproco, dall’altra garantisce uno scudo da tutto ciò che di ostile può emergere all’interno della coppia.
Ora, non per passeggiare tra le bancarelle della fiera dell’Ovvio, ma nutrire l’amicizia, in una coppia, non implica l’assenza di litigi.
Piccola osservazione: durante una delle più ardue discussioni i partner-amici riescono a trovare un equilibrio attraverso delle azioni che assumono la forma di tentativi di riparazione. Nel nutrire la loro amicizia utilizzano, quindi, affermazioni o azioni che permettono di non lasciarsi trascinare dalla negatività (ma questa, purtroppo, è un’altra storia).
2: Condivisione e complicità
Come nell’articolo precedente, anche in questo caso parliamo di condivisione. In particolare, quest’ultima consiste proprio nell’importanza di non limitarsi esclusivamente a stare insieme, e quindi passare del tempo o condividere superficialmente un’esperienza.
Si tratta, infatti, di una condivisione di aspettative, ispirazioni e un reciproco interesse ad approfondire e arricchire la relazione.
Piccola osservazione: l’intensità dei partner-amici li rende complici. I due collaborano alla ricerca di un senso di coppia, una lettura condivisibile ed unica della loro stare insieme. Combattono, in un certo senso, contro il mondo esterno, con i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini e le sue tradizioni.
Piccolo dettaglio. In questo caso la tematica principale non è la “progettualità” (ad esempio: figli, matrimonio, casa, ecc…). Si osserva, piuttosto, la complicità nel qui e ora della condivisione affettiva, la cui presenza è fondamentale per una futura “progettualità”.
3: Sicurezza Affettiva
I partner amici e complici si sentono sostenuti e amati. Si percepiscono presenti nella mente dell’altro, non sprecano le proprie energie nel domandarsi se è desiderato e amato dall’altro.
La sicurezza affettiva è un fattore di protezione poiché garantisce stabilità e una percezione realistica della coppia.
Ma cosa serve questa percezione realistica della coppia?
Personalmente mi piace vederla cosi: ognuno di noi ha una propria lettura della realtà (esperienza) e, contemporaneamente, cerca di spiegarne lo svolgimento con un proprio linguaggio. Trovare nel partner-amico-complice le risposte adeguate, poste nel modo adeguato, facilita il crearsi di questo senso di sicurezza.
Piccola osservazione: una percezione realistica funge da rinforzo positivo nei momenti di crisi, consolidando il rapporto tra partner. In breve, durante i litigi, ci si potrà permettere di non mettere in dubbio la relazione di coppia.
4: Il diavolo si nasconde nei dettagli
Ogni partner conosce i limiti dell’altro (di conseguenza sa come ferirlo).
Tutti abbiamo dei difetti e dei limiti.
In una relazione complice i partner-amici si mettono in gioco e condividono le mancanze (possibilmente ci ridono su).
Una coppia felice non vede il bicchiere sempre pieno, né tanto meno accetta passivamente (e con un bel sorriso) le mancanze dell’altro. Semplicemente, piuttosto che arrabbiarsi si concentra sul gesto e ne valorizza il significato.
Piccola osservazione: cambiare prospettiva può essere utile per riconoscere lo sforzo e l’investimento del partner nel cercare di sorprenderci.
5:Stare bene per… stare bene
Noi interagiamo con l’ambiente e l’ambiente interagisce con noi!
Lo so, può sembrare una frase in stile New Age ma, se ci pensate bene, è così.
Ambiente e individuo sono interconnessi e interdipendenti.
Curare ciò che ci circonda, significa, in un certo senso, prenderci cura di noi stessi. Vedere che intorno a noi tutto è sereno ci fa stare bene. Se stiamo bene possiamo sperimentare, giocare, conoscere e avventurarci nell’ambiente circostante.
Indovinate un po’: il nostro partner è nell’ambiente circostante.
Piccola osservazione: il prendersi cura è un gesto che fa parte dell’essere vivente. Tutti, anche gli animali, hanno un’innata spinta nel prendersi cura di qualcosa o qualcuno. Nel caso di una relazione di coppia, il prendersi cura di sé significa anche curare la propria individualità, la propria presenza in relazione con l’altro. Significa, quindi, “essere”, “stare” e “sentirsi” con l’altro.
Se noi perdiamo noi stessi, con chi si sta relazionando il nostro partner?
6: Giocare ed essere creativi
George Bernard Shaw disse “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”. La nostra relazione non è da meno.
Abbiamo visto, fin qui, l’importanza dell’essere partner-amici-complici e quanto, tale ruolo, faciliti la percezione di sicurezza e condivisione con l’altro.
In una relazione vincolata da regole, si opacizza l’essere sé stessi e si schematizza la condivisione dell’esperienza. In una relazione del genere i partner non sono amici né, tantomeno, complici.
Confrontarsi con l’altro diventa difficile e di conseguenza anche il riscoprire nuove forme di benessere e soluzione dei conflitti.
Piccola osservazione: sperimentate(vi). Mettevi in gioco e giocate con la vostra metà. Siate curiosi. Adottare un pensiero aprioristico o pregiudizievole può limitare le possibilità di gioco.
Ma come animare e sbloccare la nostra relazione? Come “giocare” facendo i partner-amici-complici?
Questa, inutile dirlo, è un’altra storia!